Esercizi Propriocettivi
Prima di poter andare ad analizzare nel dettaglio quali sono i migliori esercizi propriocettivi da eseguire, è necessario fare un passo indietro e capire quindi cos’è la propriocezione.
Per propriocezione si intende, come ormai è noto ovunque, la capacità di saper percepire il proprio corpo e la propria contrazione muscolare, all’interno di uno spazio, anche senza l’ausilio della vista. Attraverso tale definizione ci rendiamo conto di come un’elevata capacità propriocettiva, sia sinonimo di un elevato ed efficace controllo del proprio corpo.
Entrando ancora più nello specifico, scopriamo che questa particolare abilità viene attivata da particolare recettori propriocettivi, inseriti all’interno delle terminazioni nervose.
Questi recettori, attraverso il midollo osseo, inoltrano le informazioni al cervello, che a sua volta le rielaborerà dando delle risposte relative al movimento del corpo.
A Cosa Servono?
Oggigiorno, grazie alla ricerca scientifica, è possibile eseguire delle vere e proprie sedute di allenamento dedicate interamente alla propriocezione.
Questi allenamenti hanno le loro fondamenta sul creare instabilità nel corpo, al fine di valutare la capacità di reazione dei sopracitati recettori.
Nel caso in cui le risposte siano scarse, ed il soggetto dimostra scarsa capacità di saper controllare ed identificare il proprio organismo, è possibile rieducare il sistema cercando di migliorare la risposta agli stimoli.
Il risultato che porta un allenamento di questo genere risulta sicuramente efficace nella prevenzione degli infortuni in quanto impariamo ad ascoltar in maniera più accurata il nostro corpo, nel recupero da un trauma garantendo la riattivazione di una zona apparentemente “dormiente”.
Proprio grazie a questi benefici, l’allenamento propriocettivo può essere accostato a qualsiasi attività sportiva.
Poter dedurre che tipologia di strumenti vengono utilizzati nell’allenamento propriocettivo, basta pensare al fatto che tutto si basa sul far perdere l’equilibrio al soggetto.
Esistono attrezzi di varia difficoltà come: tavolette, bouncer, skymmi, bosu, trampolini, fitball, tavole di legno rotonde e rettangolari, palle da tennis, palle di varia dimensione, airex, resizer, palla tool, temix e molto altro.
L’atleta utilizzerà tutti questi strumenti in base al suo livello di partenza, per una durata di tempo ben definita e molto spesso unilateralmente, ossia un arto (inferiore) alla volta. È di fondamentale importanza, inoltre, ricordarsi di eseguire tutti gli esercizi a piede nudo, senza le scarpe. Quest’ultime infatti, tendono ad alterare la nostra postura, falsando quindi la percezione che abbiamo della nostra posizione.
Esercizi
Vediamo ora quali sono gli esercizi più utilizzati.
1. Esercizi a carico naturale
Sono una tipologia di esercizi basata solo ed esclusivamente dall’utilizzo del nostro corpo. Un esempio può essere quello di restare in equilibrio su un piede, con una benda sopra gli occhi senza e mantenere la posizione per un determinato tempo.
Lo stesso esercizio può essere eseguito facendo dei piccoli saltelli sul posto, inserendo magari anche un piccolo ostacolo da oltrepassare come un bastone.
2. Esercizi seduti con tavolette
Questa tipologia prevede lo scarico del corpo che si trova seduto. Da qui l’atleta poggerà entrambi i piedi, o un piede alla volta, su di alcune tavolette di vario genere.
Giunti a questo punto, egli dovrà effettuare determinati movimenti del piede quali rotazioni, spostamenti laterali ecc al fine di migliorare la sensibilità in quella determinata zona.
Ideale è per chi deve recuperare da un trauma subito negli arti inferiori.3. Esercizi in piedi con tavolette
Gli appena citati esercizi subiscono poi una variazione, ossia vengono eseguiti in piedi.
Vengono utilizzate sempre tavolette di varia natura che ci consentiranno di eseguire numerosi movimenti quali una semplice contrazione isometrica mantenendo l’equilibrio su di esse, affondi di vario tipo, balzi da ogni dove e via dicendo.
Inizialmente per questo genere di esercizi è utile maturare padronanza prima con l’appoggio di entrami i piedi, e solo successivamente un piede alla volta.
Conclusioni
Possiamo quindi dire con assoluta certezza che queste tre tipologie sono la base attraverso il quale vengono poi create una vasta gamma di esercizi adattati alle necessità dell’individuo.
Molto sta nella bravura del trainer, che deve essere capace di portare stimoli e contenuti sempre nuovi, non sforzando mai le abilità del soggetto, bensì facendogli raggiungere i progressi stabiliti in maniera graduale e naturale.
Potrebbe apparire scontato dirlo, ma la figura del personal trainer, in questi allenamenti più che mai, risulta fondamentale.
Il rischio di incorrere in un danno neuro-muscolare è molto alto se un esercizio viene svolto in maniera scorretta. Ricordiamo che viene stimolato a fondo tutto l’apparato neuro/muscolare. Indi per cui, avere a fianco una persona preparata, capace di saper programmare ciò che più fa al caso del soggetto che si trova dinanzi, è il primo elemento sul quale affidarsi.
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