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Alimentazione

La Cannella | Proprietà E Benefici

La Cannella | Proprietà E Benefici
Myprotein
Scrittore ed esperto8 anni In
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La cannella (Cinnamomum verum) è un albero sempreverde originario dello Sri Lanka diffusosi poi in diversi paesi tropicali e da cui si ricava una nota spezia diffusa ormai in Europa tanto quanto in Asia.

Questa pianta può vantare una storia millenaria, citata dalla Bibbia e da testimonianze egizie di impiego durante le imbalsamazioni.

Viene importata in occidente durante il periodo medioevale, ma il commercio effettivo a grandi portate può essere ascritto attorno al 1600, periodo in cui gli olandesi impiantarono un traffico stabile con lo Sri Lanka divenendo i principali importatori europei.

La spezia che si ricava dalla corteccia risulta essere composta per il 10% da acqua, per lo più da fibre naturalmente e in minima quantità da proteine, zuccheri e grassi. I minerali più rappresentati sono il calcio, il manganese, il magnesio ed il fesso mentre le vitamine sono costituita dalla A, la C, e da quelle del gruppo B.

L’interesse principale verso questa spezia si focalizza però nei fitocomposti o principi attivi che la caratterizzano specie l’olio essenziale che ne deriva: fenilpropanoidi, cinnamaldeide, acido cinnamico, alcol 2-feniletilico, eugenolo, monoterpeni, terpeni, tannini, polifenoli e fenoli.

Partiamo col dire che proprio questi composti sono quelli che ne caratterizzano gli aspetti organolettici, aroma secco e pungente simile a quello dei chiodi di garofano, più o meno dolce in base alla varietà.

In ambito gastronomico viene difatti utilizzata da secoli in maniera diversa sia in piatti dolci (torte di mele, cioccolato, caramelle, creme…) sia in piatti salati come carni affumicate o pesce. Singh et al. riportano come il sapore “speziato” e la fragranza caratteristica siano ascrivibili proprio alla presenza della cinnamaldeide in seguito a reazione con l’ossigeno.

Allo stesso modo tali composti sono stati oggetto di diversi studi per valutarne i possibili effetti benefici per la salute.

Benefici

Questa spezia ha un potere antiossidante (ORAC) molto elevato (tannini, aldeide cinnamica, eugenolo…) ed utilizzata tradizionalmente come antibatterico soprattutto nei confronti dell’apparato respiratorio.

Ad esempio studi su topi hanno dimostrato come la somministrazione di cannella in polvere per 90 giorni mostrasse negli animali incrementi dell’espressione degli enzimi antiossidanti epatici, dei dieni coniugati lipidici e di glutatione (GSH).

Inoltre, studi in vitro hanno dimostrato come sia l’estratto acquoso che quello alcolico siano in grado di inibire l’ossidazione lipidica e la perossidazione e come diversi flavonoidi presenti in essa abbiano potere protettivo nei confronti dei radicali liberi.

Cannella E Glicemia

Partiamo dagli effetti ipoglicemizzanti, quelli ad oggi più studiati. Iniziamo col dire che diversi studi hanno riscontrato la presenza di alcuni composti ad azione insulino-simile nella cannella definito come “insulin-potentiating factor” (IPF) (Khan A. et al., 1990), inoltre comparando la cannella con altre spezie questa risultò essere in grado di avere tali effetti 20 volte più pronunciati rispetto alle altre. Anderson et al. isolarono il polifenolo “type-A polymers” notando come questo composto avesse effettivamente azione insulino simile, studi successivi caratterizzarono più nel dettaglio tali composti indicando ad oggi l’estere di naptalenemetile come principale composto in grado di ridurre i livelli di glucosio circolante (insulino simile).

Allo stesso modo è possibile affermare che tale effetto ipoglicemizzante sia anche dovuto al mix di polifenoli (catechine, quercitina, kampoferolo…) contenuti in questa spezia (Cao et al., 2007). Altri studi mostrano invece come un altro possibile meccanismo di azione sia a livello intestinale inibendo in modo parziale l’assorbimento di alanina, che ricopre un ruolo essenziale nei processi gluconeogenetici (conversione in piruvato a livello epatico) (Kreydiyyeh SI et al., 2000).

Il meccanismo d’azione ipotizzato in tale studio fu attribuito ad un’azione stimolante nei confronti della glicogenosintetasi, favorendo l’utilizzo di glucosio come “stoccaggio” nelle cellule epatiche e muscolari sotto forma di glicogeno e in grado di agire sui recettori insulinici (Alam Khan et al, 2003).

Un ultimo studio che citeremo in tal senso, abbastanza recente (2013) ha paragonato gli effetti di diversi dosaggi di cannella (5, 10, 20 mg/kg) su soggetti diabetici o con over produzione insulinica mostrando come in ogni caso, ma in particolare nei dosaggi più alti, la cannella esercitasse un’azione antiossidante a livello del pancreas in particolare sulle cellule beta riducendo stress ossidativo e proinfiammatorio e migliorando di conseguenza le condizioni degli individui in esame (Lee SC et al., 2013).

Effetti Antimicrobici

Per quanto riguarda gli effetti antimicrobici sono diversi gli studi che riportano tali proprietà attribuite a questa a spezia, Goni et al. ad esempio mostrarono effetti evidenti di estratti di cannella sia in polvere che olio su batteri gram positivi (Listeria monocytogenes o Staphylcoccus aureus ad esempio) che gram negativi (Salmonella choleraesuis o Escherichia coli ad esempio).

In ogni caso, ad oggi sembra che l’estratto oleoso di cannella possa effettivamente avere potere antimicrobico e il suo possibile impiego per migliorare la conservabilità di alimenti o come rimedio per stati infettivi viene suggerito da diversi studi.

Per quanto riguarda le proprietà anti-infiammatorie, alcuni studi riportano come il pool di polifenoli, in particolare 2-idrossicinnamaldeide abbia effetti inibitori nei confronti della produzione di ossido nitrico inibendo l’attivazione del NF-kB un attivatore delle cellule B proinfiammatorie, altri dimostrano azione inibente anche nei confronti dell’espressione della cicloossigenasi-2 (COX-2) a livello del sistema nervoso centrale.

Ancora, uno dei composti “bioattivi” isolati dalla cannella, il 2 metoxicinnamaldeide (2-MCA) è stato preso in esame da diversi studi suggerendo come possa essere in grado di ridurre l’espressione delle cellule di adesione vascolare-1 (VCAM-1) in cellule endoteliali in cui era attivo il TNF-alfa, suggerendo come possa produrre miglioramenti in stati di ischemia/riperfusione attraverso l’induzione dell’attività dell’emoossigenasi (HO-) 1.

Alcuni studi riportano anche azione vasodilatatoria nei tessuti periferici (studi su animali) indicando possibili azioni ipotensive attraverso azione diretta su influsso e rilascio di Ca2+ (Hwa JS et al., 2012). Infine citiamo di nuovo studio di cui abbiamo già parlato in precedenza ma che riportò come assunzioni di cannella (1, 3, 6g/d) fossero in grado non solo di ridurre i livelli di glucosio ma anche quelli di trigliceridi e colesterolo LDL (Khan A et al., 2003).

Conclusioni

La cannella viene commercializzata sia in forma di bastoncino che in polvere, le differenze sostanzialmente sono queste: la prima per poter rilasciare completamente il proprio aroma dovrà essere lasciata in infusione in un liquido caldo per qualche minuto (o ridotta in polvere) utilizzata prevalentemente in piatti sottoposti a bollitura (mele cotte ad esempio o dessert a base di latte).

Quella in polvere è invece utilizzabile in tutti gli altri casi, normalmente “spolverata” sopra piatti sia dolci che salati come accennato in precedenza, con l’unico difetto di dover essere conservata sempre chiusa in un barattolo possibilmente al riparo da luce, umidità e calore.

Concludiamo affermando come questa spezia di utilizzo comune nasconda una miriade di effetti positivi per la salute oltre alle proprietà organolettiche che caratteristiche. Dunque, da domani quando utilizzeremo la cannella per insaporire piatti dolci o salati potremo pensare di gustare un piatto non solo buono al palato ma in grado di apportare benefici al nostro organismo.

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